Ormesi e omeopatia, il dibattito è internazionale
Da "Omeopatia33" n. 150 del 6 maggio 2010
Il primo ad ipotizzare che il meccanismo d'azione del medicinale omeopatico potesse essere spiegato con il fenomeno che porta il suo nome fu Shulz (Legge di Arndt-Shulz). Fin dalla fine del 1800 più autorevoli personalità del mondo scientifico si sono spese per supportare questo punto di vista, tra gli altri Ferdinand Hueppe e August Bier, scopritore dell'anestesia in chirurgia; entrambi più volte nominati per il Nobel. Ma la presa di posizione del mondo accademico contro questa ipotesi di sviluppo scientifico che avrebbe, già un secolo fa, potuto accreditare il medicinale omeopatico nell'ambito della farmacologia accademica fu spietata.
Il fenomeno scoperto alla fine del 1800 dal biologo Schulz, oggi più propriamente definito 'ormesi', ha ricevuto di recente più di mille conferme scientifiche ed esso è stato imposto all'attenzione della comunità accademica internazionale da Edward Calabrese, biologo tossicologo dell'Università di Amherst (Massachusetts) che ha preteso una riconsiderazione di tale fenomeno finanche dalle pagine di Nature. Molto di recente è stato avviato un confronto sulle implicazioni del fenomeno dell'ormesi nell'ambito non solo dell'interazione tra organismo e xenobiotici, ma anche nello sviluppo della farmacologia delle microdosi. Non solo, l'ormesi è stata chiamata in causa anche per promuovere ricerche scientifiche riguardo il meccanismo d'azione del medicinale omeopatico. Allo scopo di chiarire le possibili relazioni esistenti tra ormesi ed omeopatia, argomento cui la SIOMI dedicò un seminario nazionale tenuto all'Università di Firenze dal Prof. Calabrese e dal prof. Andrea Dei nel 2006, di recente Calabrese ha pubblicato sul sito BELLE un lavoro in collaborazione con Whine B. Jonas dal titolo: "Homeopathy: Clarifying its relationship to Hormesis" che ha lo scopo di riconsiderare a livello scientifico tale problematica. Egli ha inoltre promosso un dibattito internazionale, ospitato nella stesso numero della newsletter e affidato ad alcuni leader dell'omeopatia e ad accademici non omeopati. Accogliamo con molto interesse l'avvio di tale dibattito che siamo certi proseguirà in tutto il mondo. Abbiamo invitato il Prof. Calabrese a partecipare ad un seminario sul tema che si terrà presso l'Università di Firenze probabilmente nel prossimo mese di ottobre. Nel frattempo è nostra intenzione di avviare un dibattito presso i principali esponenti della medicina omeopatica italiana ed europea e presso il mondo accademico nazionale.
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Fonte: Simonetta Bernardini