Non si parla piu’ di medicine alternative ma complementari a quella tradizionale

Da “Agenzia DIRE” del 21 giugno 2016

Macri’ (La Sapienza): Sono circa 150 e vi ricorre piu’ di un italiano su 10

Non si parla piu’ di medicine alternative ma di medicine complementari a quella tradizionale (allopatica), che rientrano nel progetto di medicina integrata. “Le medicine complementari sono circa 150 e alcune, avendo una struttura teorica complessa, vengono definite ‘sistemi medici’. Questo perche’ non hanno solo risvolti terapeutici, ma prevedono anche dei ‘sistemi’ di diagnosi e delle applicazioni per l’interpretazione dei meccanismi che sono alla base delle malattie”. A chiarire l’argomento alla DIRE e’ Francesco Macri’, professore dell’Universita’ ‘La Sapienza’ di Roma, segretario nazionale della FISM (Federazione delle Societa’ Medico Scientifiche Italiane), vicepresidente della SIOMI (Societa’ Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) e membro del Consiglio direttivo del gruppo di studio di ‘Medicine Complementari’ della Societa’ Italiana di Pediatria.

“La Fitoterapia, ad esempio, e’ una medicina complementare ma non e’ un sistema- precisa Macri’- poiche’ cura le malattie gia’ diagnosticate dalla medicina ufficiale attraverso degli estratti vegetali, che hanno un effetto di tipo farmacologico. Invece l’Omeopatia, l’Agopuntura, l’Antroposofia, la medicina Ayurvedica, l’Omotossicologia sono medicine complementari con una struttura articolata: definiscono, secondo la loro dottrina specifica, le possibili cause delle malattie attraverso delle diagnosi a cui segue la proposta di una terapia”.

– In che modo l’Agopuntura interpreta le malattie? “Si basa sulle considerazioni dello Yin e dello Yang, le forze energetiche (negativa e positiva) che attraversano l’organismo lungo delle linee che vanno sotto il nome di meridiani. Ogni meridiano- spiega Macri’- e’ la rappresentazione di un determinato organo o di una determinata funzione. Esiste il meridiano della vescica biliare, del rene, del pancreas, del cuore e cosi’ via. Le malattie vengono interpretate come un eccesso o una carenza di energia a carico di uno o piu’ organi. Se la malattia e’ legata a un eccesso di energia, l’Agopuntura l’attenua; quando invece si e’ in presenza di un difetto di energia, l’Agopuntura ha lo scopo di incrementarla”. La terapia si effettua attraverso l’inserimento di aghi sulla cute “in punti precisi collocati su questi meridiani”. Quando l’Agopuntura e’ “inserita nel quadro della medicina tradizionale cinese- precisa il medico- allora si associa anche ad altre terapie, soprattutto a base di estratti vegetali”.

Nei tempi moderni, fa sapere Macri’, “il meccanismo di azione dell’Agopuntura indicato dalla tradizione (basato sui principi dello Yin e dello Yang) e’ stato in qualche modo rivisitato per offrire interpretazioni piu’ attuali. Ad esempio, e’ stata chiamata in causa la ‘Gate Theory’ (la teoria della grata) utilizzata per le forme dolorose, immaginando che l’inserimento degli aghi interferisse, attraverso un meccanismo di grata, sul passaggio dello stimolo doloroso lungo il decorso dei nervi. Per giustificare gli effetti positivi, si e’ poi ipotizzato anche un rilascio di endorfine che sarebbe provocato dall’inserimento dell’ago- ricorda- e, recentemente, la statunitense Helene Langevin avrebbe anche dimostrato che l’effetto dell’Agopuntura nelle forme dolorose e’ legato alla rotazione della punta dell’ago nel tessuto sottostante la cute. Cio’ provocherebbe una trazione (stiramento) del tessuto- chiosa- in grado di liberare delle citochine ad azione antinfiammatoria”.

– L’Agopuntura viene applicata soprattutto per gli stati dolorosi? “In Occidente l’Agopuntura e’ utilizzata praticamente solo per gli stati dolorosi, mentre in Oriente e’ proposta per qualunque tipo di patologie”.

– Sui bambini e’ possibile utilizzare l’Agopuntura? “Si, ma c’e’ una difficolta’ di tipo pratico perche’ i piccoli vedono l’inserimento dell’ago con un occhio sfavorevole. Io l’ho praticata sui bambini dai 10 anni in su. Si puo’ a volte aggirare il problema ricorrendo alla digito-pressione- continua Macri’-: le pressioni con le dita nei punti dell’Agopuntura possono avere un effetto corrispondente all’applicazione degli aghi “.

– Che rapporti ci sono tra l’Agopuntura e la medicina allopatica? Ci puo’ essere collaborazione? “Certamente- conferma Macri’- se partiamo dal concetto di medicina integrata. Coloro che applicano le medicine complementari aspirano a una integrazione, non si puo’ dire lo stesso sul versante della medicina ufficiale. In questo ambito assistiamo a una collaborazione molto frammentaria”. Tuttavia in Italia esiste una realta’ di eccellenza: l’ospedale di Pitigliano in provincia di Grosseto. “Qui esiste un reparto di medicina integrata- rammenta- e i pazienti ricoverati vengono valutati in collaborazione dal medico di reparto e dagli esperti in Omeopatia, Agopuntura o Fitoterapia. A volte la terapia prevede l’associazione dei due approcci. I risultati che l’ospedale ha emanato dimostrano l’efficacia rilevante di questa integrazione”.

– Quali sono i falsi luoghi comuni che accompagnano l’Agopuntura? “Piu’ che falsi miti esiste una riluttanza ad accettare le medicine complementari, accusate di essere prive di prove di efficacia. Se per l’Agopuntura esiste una certa apertura, cosi’ come per la Fitoterapia, per l’Omeopatia c’e’ invece una forte chiusura”.

La critica di base e’ che il farmaco omeopatico sia acqua fresca: “Sostengono che non contenga molecole attive perche’ basato su una diluizione molto spinta della sostanza di partenza. La sostanza di partenza tecnicamente non e’ piu’ rintracciabile dopo la 12esima diluizione centesimale hahnemanniana- continua- e il 70% dei farmaci omeopatici in commercio hanno diluizioni sempre al di sotto della 12esima. Quindi la sostanza di partenza c’e’. In ogni caso, numerosi studi condotti con tecniche di risonanza magnetica dimostrano che anche diluizioni al di sopra della 12esima contengono molecole della sostanza di partenza”.

Nonostante i pregiudizi, il ricorso alle medicine complementari e’ rilevante: “Se prendiamo i dati Eurispes, emerge che gia’ nel 2012 il 14,5% della popolazione ricorre alle medicine complementari. Di questi, il 70,6% si rivolge all’Omeopatia, seguito dalla Fitoterapia nel 39,2% dei casi e dall’Agopuntura nel 21% dei casi. Possiamo dire- conclude Macri’- che piu’ di un italiano su 10 utilizza le medicine complementari”.

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