Le aziende rispondono agli scienziati. Lettera aperta di Claudia Gurschler, Amministratore Delegato Laboratoires Boiron Srl

L’omeopatia, ancora una volta, accusata ingiustamente

Venerdì, 27 aprile 2007

    In Italia, ad attaccarla sono sempre gli stessi uomini di scienza pur rappresentando gruppi e interessi diversi: dall’Associazione “Galileo 2001”, al “Gruppo 2003” al “Comitato di Bioetica”, all’Istituto Mario Negri. L’argomento è sempre lo stesso, da anni: non ci sono prove scientifiche. Inoltre l’omeopatia  continua ad essere associata a tutte le altre forme di cure cosiddette alternative creando un insieme di valutazioni semplicistiche. Critiche di principio, polemiche sterili da parte di uomini autorevoli  che non accettano di rimettersi in discussione, di approfondire, di sperimentare, come il loro ruolo di scienziati richiederebbe.
    Quanti studi hanno effettuato, loro, per confutare o contribuire ad aumentare la conoscenza di questa farmacologia che da anni cura con successo milioni di pazienti? Quale spazio danno nei loro convegni agli scienziati che hanno prodotto prove scientifiche per l’omeopatia, per un dibattito costruttivo in nome di quel giuramento di Ippocrate che molti di loro hanno pronunciato? Se il ruolo degli scienziati è quello di garantire l’efficacia e la sicurezza dei farmaci, perché non si scandalizzano degli incidenti anche mortali dovuti al sistema medico farmaceutico dominante?
    L’omeopatia dimostra la sua efficacia da oltre 200 anni ed è totalmente sicura.
    Perché le altre aziende farmaceutiche hanno il diritto di comunicare, fare pubblicità, di avere la rimborsabilità dei loro farmaci dal SSN e alle aziende che producono medicinali omeopatici, privi di effetti collaterali, tali  diritti vengono negati? Questi famosi scienziati parlano di lobby delle medicine alternative quando l’omeopatia non rappresenta neanche l’1% del mercato farmaceutico ed è una goccia nel mare del potere della lobby del farmaco. Come potrebbe competere su questo fronte? E se utilizzassero l’omeopatia come diversivo per nascondere tutte le debolezze del loro sistema?
    Ma l’omeopatia non si ferma, avanza comunque, più lentamente di quanto meriterebbe: aumentano i medici che prescrivono i medicinali omeopatici (oggi 20.000  in Italia e 400.000 nel mondo) ed i pazienti che si curano con l’omeopatia (11 milioni in Italia e 400 milioni nel mondo). I medici che vi fanno ricorso non vogliono di certo mettere in pericolo la salute dei pazienti. Sono persone competenti, aperte alla ricerca e al confronto e con l’unico obiettivo di curare il paziente nel miglior modo possibile.
    E’ vero, l’omeopatia ha dei limiti che le riconosciamo. Il più grande è  che non si conosce ancora  il suo meccanismo d’azione. Boiron, azienda leader mondiale dell’omeopatia, ma piccola se confrontata ai colossi dell’industria farmaceutica, investe nella ricerca gran parte dei suoi utili per provare a capire il meccanismo d’azione dei medicinali omeopatici, l’infinitesimale, e poter così far progredire la loro efficacia terapeutica. Non ce la fa da sola: ha  bisogno di condividere questo percorso con gli scienziati, con il mondo accademico e la realtà  ospedaliera. Le energie che oggi vengono spese da questi uomini di scienza per accusare ingiustamente l’omeopatia, potrebbero essere spese per far progredire insieme la medicina di domani anche attraverso l’omeopatia.

    Claudia Gurschler
    Amministratore Delegato Laboratoires Boiron Srl

Fonte: Claudia Gurschler, Laboratoires Boiron