Il "popolo dei granuli" perde la pazienza e si ribella ai diktat scientifici del Lancet

E’ ora di dire: basta!

Venerdì, 30 novembre 2007

Sono la Delegata dell'APO (Associazione Pazienti Omeopatici) della Regione Marche. Oramai da 18 anni mi curo con la Medicina Omeopatica e la mia storia è simile a quella di tanti altri pazienti che hanno deciso di curarsi con questo metodo di cura, non solo perché  insoddisfatti dei risultati ottenuti con la Medicina tradizionale, ma soprattutto perché  hanno riscontrato nel metodo omeopatico il vero "prendersi cura" della persona.
    Ho letto sul Corriere della Sera del 28 Novembre u. s. l'articolo, a firma di Margherita De Bac, dal titolo: «E' provato, l'omeopatia è inutile» «Solo un placebo, effetti collaterali inattesi», dove  la giornalista riportava i contenuti di una pubblicazione uscita sull' ultimo numero della rivista scientifica inglese "The Lancet" del 17 novembre scorso. In tale pubblicazione l'autore ha affermato che "i pazienti che si curano con l'Omeopatia sono tutti affetti da effetto placebo". Contenuti per nulla nuovi, perchè già trattati con identici "studi di ricerca", usciti sulla stessa rivista nel 2005 e ampiamente confutati da APO Italia sul proprio sito web.
    Son tornata a sentirmi una "paziente" che di pazienza ne ha e ne ha avuta tanta; sia quando il "superscienziato" di Superquark ha diffamato, senza alcuna competenza, questa Medicina; sia quando il Consiglio Nazionale di Bioetica ha "bocciato" le nove discipline riconosciute dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri); sia ancora, quando Garattini (noto farmacologo) ci ha definiti, ultimamente, "adepti" e mi sono detta: è ora di dire basta!
    Noi "popolo dei granuli" – ci hanno definito così e sono ben 12 milioni gli italiani che si curano con l'omeopatia – siamo considerati "diversi"; non siamo visti, ma "svisti" da tutti, perché o non fanno caso alla nostra esistenza – le Istituzioni ci ignorano non tutelandoci – e quindi siamo "invisibili"; o ci attaccano dicendo che siamo visibilmente incoscienti e, di conseguenza, dobbiamo difenderci dagli attacchi di chi ci considera "sciocchi e creduloni".
    Da paziente omeopatica ho sofferto, lottato, gridato, soffocato, nascosto; in questi diciotto anni ho difeso la medicina omeopatica e, tuttora, mi trovo ancora a combattere contro pregiudizi inveterati.
    Ho scritto un libro (uscito il 28 agosto e che ha per titolo: "La similitudine in omeopatia, cura dell'Anima e del Corpo nei racconti di una paziente"), perchè penso sia più facile lasciar che "altri" non credano a ciò che vedono, piuttosto che convincerli che ciò che stanno vedendo sia la "verità".
    Ma oggi aggiungo: è ora di dire basta! Non è giusto che continuamente si attacchi con infamie una medicina che ci cura da oltre 200 anni; a nome dei pazienti "tutti", al di là degli interessi che portano tali persone a screditare l'omeopatia, voglio affermare fortemente che la Medicina è UNA, quella che guarisce.

Fonte: Daniela Salvucci, APO Italia