A Remuzzi, in risposta al suo articolo comparso sul "Corriere Fiorentino del 18 maggio scorso.

C’è una sola medicina

Lunedì, 19 maggio 2008

Sulla cronaca toscana del Corriere della Sera oggi il prof. Remuzzi attacca la scelta della regione Toscana di fare una legge di regolamentazione per le medicine complementari (omeopatia, fitoterapia e agopuntura) e di promuovere l’Ospedale di medicina integrata di Pitigliano. In proposito si registra la presa di posizione di Maria Grazia Campus, membro del Comitato di Bioetica della regione Toscana, Naturopata e Coordinatrice della Consulta per la Medicina Integrata.

Caro Remuzzi è vero: c’è una sola medicina! E la Regione Toscana l’ha capito molto bene! Ha inserito tra i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) l’omeopatia, l’agopuntura e la fitoterapia. Ha fatto si che ci fosse una legge che imponesse agli ordini dei medici provinciali di istituire degli elenchi dei medici che praticano queste tre discipline mediche.
I pazienti toscani sono senza dubbio più tutelati di chi, nel resto d’Italia, non può sapere se si sta rivolgendo a un medico o a chi abusa di professione medica in nome di strani termini quali, per esempio salutogenesi, a mio avviso più adatta a chi pratica una buona agricoltura, una buona cucina, una buon modo di insegnare e potremmo elencare ancora mille pratiche di gestione corretta della vita pubblica e privata di ciascuno.
Forse ora anche altri si renderanno conto che impedire la discussione e la normazione di alcune discipline mediche crea problemi di non poco conto.
Forse se in tutta Italia fosse esistita una normativa che dava dignità di disciplina medica solo a ciò che medico è, istituendo elenchi agli ordini dei medici provinciali (legge regionale Toscana 9/2007) o stabilendo a livello nazionale che sono discipline mediche quelle che hanno sufficiente letteratura scientifica alle spalle, come sta cercando di fare la Consulta Nazionale per la Medicina Integrata (CoNMI), avremmo evitato che medici che non fanno parte di questo ambito potessero agire in modo sconsiderato indirizzando i pazienti verso individui, la cui definizione non è ancora chiara, che hanno agito in modo ancora più sconsiderato.
Non sarà un caso che la CoNMI nasce all’indomani dell’incontro tenutosi alla Camera dei Deputati il 26 ottobre convocando tutte le associazioni esistenti in un campo così vasto: chi non ha voluto aderire alla Consulta ha palesemente altri orientamenti. Le condizioni della Consulta non sono negoziabili: la medicina è una; la medicina accademica va conosciuta e praticata; omeopatia, fitoterapia e agopuntura ne sono complemento.
Forse è responsabile chi professa un’ideologia alternativa dunque non interessato a integrare e a essere complementare a quel sapere medico accademico (ovvero l’unico che viene insegnato nelle università) ed è invece interessato a non avere nessuna legge a tutela dell’utente. Il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Firenze, Antonio Panti, ha più volte in questi giorni sostenuto che degli omeopati seri non avrebbero mai potuto avallare scelte scellerate che hanno portato a distruggere una giovane vita in nome dell’alternativa. Ed è così perchè sono medici.
Oltre che coordinatrice CoNMI sono una paziente omeopatica e una naturopata. Il mio medico di base non si è mai sentito ostacolato dal fatto che consultassi anche un medico omeopata. E il mio medico omeopata non ha mai ritenuto che dovessi sospendere o evitare qualunque tipo di terapia fosse stata necessaria o che come naturopata potessi provvedere da me! Caro Remuzzi per un medico l’appropriatezza della cura è sempre l’unico discrimine che fa propendere per una scelta o per un’altra e le assicuro che quando c’è stato da prendere l’antibiotico per me o per i miei figli responsabilmente quella è stata la prescrizione.
Come naturopata le posso solo dire che chi responsabilmente svolge una professione volta alla promozione della salute (che non è pertinenza solo medica su questo saremo d’accordo spero) non ha e non dà nessun beneficio a interferire con l’attività medica e, meno che mai, a togliere, sostituire o operare altre manovre su farmaci. Mai nessuno dei miei clienti si è sentito dire non fare questo, non prendere quell’altro. E’ vero che esiste chi lo fa: è per questo che chiediamo leggi. Leggi nazionali che non arrivano ne’ per i medici, ne’ per i promotori di salute. Ignorando le indicazioni dell’OMS c’è chi continua a relegare il fenomeno a credulità popolare massiva non so se per miopia scientista o per tutelare un florido orto. Dall’altra parte i pirati della salute, medici e non, si alimentano dell’ignoranza e della miopia, facendo scempio della salute altrui. A pagare non saremo ne’ io, ne’ lei: saranno, in questo caso si, i creduloni che senza strumenti si affideranno a chiunque in questo campo aperto del ‘millantato terapeuta’ allo stato brado.

Maria Grazia Campus
Coordinatrice Consulta Nazionale per la Medicina Integrata

Fonte: Maria Grazia Campus