Un ingiustificato e antiscientifico attacco contro i medici omeopati

Roma, 3 dicembre 2018

 

Come medici laureati e abilitati all’esercizio della professione,
chiediamo un intervento istituzionale incisivo
a difesa della nostra professione.

Il linciaggio mediatico al quale siamo sottoposti
è senza precedenti.

Negli ultimi mesi in Italia si sono intensificati gli attacchi contro l’omeopatia. Essa viene presentata come una pseudoscienza, una vera e propria truffa ai danni di ingenui cittadini che vengono convinti ad affidarsi al ciarlatano di turno – poco importa che invece si tratti di medici laureati e abilitati alla professione medica con formazione specifica in omeopatia – che li convince ad acquistare del banale zucchero e sfrutta solo l’effetto placebo per ottenere risultati. Ogni giorno assistiamo inermi ad un linciaggio mediatico di questa pratica senza possibilità di contraddittorio, in nome della crociata del politico o dello scienziato di turno, unico detentore di verità assolute con le quali educare ingenui e sprovveduti cittadini a vivere secondo il suo incontestabile credo.

1. L’omeopatia è la seconda medicina al mondo, seconda soltanto alla medicina convenzionale.

L’omeopatia è la prima medicina complementare in Europa, è diffusa nel mondo in più di 80 paesi. In Svizzera dal maggio 2017 cinque terapie complementari inclusa l’omeopatia sono equiparate alle altre specialità mediche e sono rimborsate dal sistema assicurativo sanitario. Il Rapporto Italia 2017 di Eurispes riferisce che la Medicina Integrata è utilizzata da circa 12 milioni di cittadini e che l’omeopatia è la più popolare fra le terapie. Nel 2013 dati dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA), riferiti a un campione di 1000 donne di età compresa tra i 25 e i 54 anni, affermavano che oltre il 70% aveva avuto un’esperienza positiva con l’omeopatia. L’ISTAT con i due studi “Tutela della salute e accesso alle cure” (luglio 2014) e “Cura e ricorso ai servizi sanitari” (aprile 2015) ha riportato che in Italia utilizzano regolarmente farmaci omeopatici circa 2 milioni e 452 mila di persone (circa 4,1% della popolazione), posizionando gli Italiani al terzo posto in Europa dopo Francia e Germania. Secondo un’indagine della Federazione Medici Pediatri (Fimp 2016) condotta su 5.400 pediatri aderenti alla Federazione, quasi tutti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale, il 30% dichiara di ricorrere all’omeopatia; di questi il 36% lo fa quotidianamente. Si veda anche la NOTA 1 sulle strutture pubbliche europee che offrono prestazioni di medicina omeopatica.

2. La medicina si avvale della scienza

La medicina è una technè che si avvale della scienza e nella quale entrano in gioco variabili soggettive ed individuali ineliminabili perché il suo oggetto non sono entità inanimate bensí esseri viventi, con la loro individualità e unicità. Nella medicina scientifica clinica si utilizzano i dati che derivano da studi su gruppi di persone. Questi dati sono espressi con una probabilità statistica, non con una certezza. Occorre poi vedere qual è la probabilità che i dati derivanti dagli studi siano applicabili all’individuo che il medico cura. La scientificità della medicina misura nel migliore dei casi quindi solo una probabilità, che bisogna poi vedere se è applicabile all’individuo: questo è il massimo della certezza.

Fatta questa doverosa premessa, non si può non rilevare come negli articoli che attaccano l’omeopatia spariscano i riferimenti alla crescente mole di letteratura scientifica, consultabile facilmente (brevemente riportati nella NOTA 2), che evidenzia come queste diluizioni abbiano un’azione biologica misurabile. Ecco che si enfatizzano le prese di posizione ostili all’omeopatia, dimenticando invece illustri pareri a favore. David Sackett, medico canadese padre dell’EBM (la medicina basata sulle evidenze), ha espresso serie riserve sui ricercatori e i medici che considerano gli studi randomizzati-in doppio cieco come gli unici strumenti in grado di stabilire se un trattamento è efficace nella pratica clinica. In effetti, se così fosse buona parte della pratica chirurgica sarebbe “non scientifica” o “non dimostrata”, dato che difficilmente si avvale di procedure sottoposte a verifiche in doppio cieco!

L’altro padre dell’EBM, Guyatt, ha scritto che l’evidenza da sola non è mai sufficiente per prendere una decisione clinica: coloro che devono prendere una decisione devono sempre considerare rischi e benefici, svantaggi e costi associati con le differenti strategie alternative e nel farlo devono tenere in considerazioni le preferenze dei pazienti. Infatti molti interventi medici, fra cui l’omeopatia, sono complessi e devono essere studiati tenendo conto della loro complessità intrinseca. L’omeopatia non è una panacea ma un valido complemento alla medicina convenzionale per la salute dei cittadini.

3. Gli studi illustri sulla plausibilità dell’omeopatia

La principale resistenza al riconoscimento del valore dell’omeopatia viene dalla sua asserita implausibilità: le soluzioni così diluite non possono avere un’azione biologica perché sono acqua fresca. Ma negli ultimi 10 anni proprio gruppi italiani quali quello di Paolo Bellavite all’Università di Verona e di Andrea Dei all’Università di Firenze hanno condotto ricerche scientifiche pubblicate in letteratura internazionale che dimostrano incontrovertibilmente l’azione del medicinale omeopatico sull’espressione a livello dei geni. Più recentemente, studi provenienti da vari gruppi di ricerca, tra cui quelli del prof JR Bellare in India e Van Wassenhoven in Belgio, hanno chiaramente dimostrato la presenza di nanoparticelle di medicinale omeopatico anche nelle diluizioni oltre il numero di Avogadro. Chi ad oggi continua ad affermare che nel medicinale omeopatico non c’è nulla dentro, non conosce le evidenze scientifiche attuali. La dimostrazione di nanoparticelle della sostanza di partenza nel medicinale omeopatico apre nuovi scenari sul meccanismo d’azione alla base dell’omeopati e la posiziona nel grande campo della nanomedicina, con azione a livello dei geni. Questa estate si è svolta presso la prestigiosa London Royal Society of Medicine una conferenza internazionale, con la partecipazione di scienziati di fama fra cui due premi Nobel, che ha confermato l’azione terapeutica di dosi estremamente basse (nanodosi) dei medicinali omeopatici. Per il riferimento agli studi qui citati vedi fra l’altro qui.

Come medici esperti in omeopatia, ma soprattutto come medici laureati e abilitati all’esercizio della professione, chiediamo un intervento istituzionale incisivo a difesa della nostra professione. Chiediamo quindi una presa di posizione netta e precisa rispetto agli attacchi che da troppo tempo mettono in ridicolo la nostra dignità e quella dei nostri pazienti, tentando di minare la libertà degli uni e degli altri, nell’intento di uniformare i sistemi di cura a semplici prassi standardizzate.

A conferma della legittimità delle nostre richieste facciamo riferimento all’ Accordo Stato Regioni del 2013 sulla formazione e l’esercizio della professione, da cui deriva l’accreditamento delle scuole di omeopatia, declinata nelle differenti discipline che comprendono omeopatia, antroposofia e omotossicologia, in atto ormai in molte Regioni e l’iscrizione dei medici esperti in appositi Registri presso quasi tutti gli ordini provinciali dei medici. Per non dimenticare la registrazione dei medicinali omeopatici presso AIFA, in esecuzione della direttiva comunitaria sui farmaci; la normativa UE riguarda anche il riconoscimento di maggiore qualità delle carni di allevamenti curati omeopaticamente. E la già citata “Strategia dell’OMS per la Medicina Tradizionale 2014-2023” edito da OMS nel 2013, che auspica lo sviluppo dei sistemi di cura tradizionali e complementari. L’omeopatia è riconosciuta come atto medico dalla FNOMCeO dal 2002 insieme alla medicina antroposofica e all’omotossicologia e il suo esercizio è in Italia riservato ai medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti per gli ambiti di loro competenza.

 

Nota 1

L’omeopatia nei servizi sanitari pubblici in Europa (sintesi)

Germania

Berlino: Anthroposophical Community Hospital Havelhoehe – Stoccarda: Flider-Hospital – Essen: Clinic for Complementary and Integrative Medicine/ Senology Center of Essen-Central Clinic – Duisburg-Essen: Richterswil – Monaco: Competence Centre for Complementary Medicine e Breast Center at the Technical University Munich – Jena: Out-patient Center for Complementary Medicine and Integrative Oncology of the University Hospital Jena.

Gran Bretagna

Londra: Royal London Hospital for Integrated Medicine e Royal Marsden NHS Foundation Trust.

Francia

Lyon: Centre Hospitalier Lyon-Sud, Dip. Materno-infantile – Chambéry: Centre hospitalier de Chambéry – Troyes: Centre hospitalier de Troyes, Service d’Oncologie Radiothérapie – Lyon: Centre Léon Bérard – Strasburg: Centre Paul Strauss – Le Chesnay Cedex: Hopital Mignot – Bordeaux: Institut Bergonié, Centre Régional de Lutte Contre le Cancer – Villejuif: Institute Gustave Roussy, Department of Supportive Care.

Svizzera

Arlesheim: Klinik Arlesheim e Ita Wegman Geburtshaus – Richterswi: Paracelsus-Spital Richterswil – Ascona: Casa di Cura Andrea Cristoforo – Langna: Regionalspital Emmental AG e Abteilung Komplementärmedizin – Scuol: Ospidal Engadina Bassa e Abteilung Komplementärmedizin – Locarno: Clinica Santa Croce.

Svezia

Järna: Vidarkliniken.

Austria

Wien: Medical University of Vienna, Department of Medicine I, Division of Oncology Outpatients Unit Additive Homeopathy for Cancer Patients.

Lituania

Vilnius: Institute of Oncology, Vilnius University.

Italia

Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di Pitigliano, Centro di riferimento regionale per la Medicina Integrata nel percorso ospedaliero – Centro di riferimento regionale per l’omeopatia presso l’ospedale campo di Marte a Lucca.

 

NOTA 2

Breve rassegna delle evidenze scientifiche

Molte ricerche scientifiche, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno indagato il meccanismo d’azione del medicinale omeopatico e la sua efficacia in diverse condizioni cliniche. Su PubMed, la principale banca dati internazionale medico-scientifica, vi sono ad oggi circa 5700 articoli sull’omeopatia. Iris Bell, professore emerito di Family e Community medicine all’Università dell’ Arizona, ha recentemente pubblicato sul sito dell’American Institute of Homeopathy Homeopathy Research Evidence Base, che raccoglie circa 6000 evidenze sull’omeopatia. Fino alla fine del 2014 sono stati pubblicati 189 RCT peer reviewed in omeopatia. Di questi, 104 erano contro placebo in 61 diverse condizioni cliniche. Di questi 104 RCT, 43% hanno avuto risultati positivi, 56% non conclusivi e 5% negativi (dati presenti su https://facultyofhomeopathy.org/research/). Una relazione su efficacia, costo-beneficio e appropriatezza dell’omeopatia dell’Ufficio federale di salute svizzero, all’interno del Programma di valutazione della medicina complementare (PEK), ha riportato risultati positivi per l’omeopatia in 29 studi riguardanti allergie e infezioni delle alte vie respiratorie.

A tutt’oggi, sulla base di un database tutto italiano, risultano pubblicati ed indicizzati:

  • 95 revisioni sistematiche qualitative
  • 25 revisioni sistematiche quantitative con metanalisi
  • 243 RCTs (studi randomizzati controllati)
  • 96 studi di Ricerca in Agro-Omeopatia
  • 148 studi di Ricerca Fisico-Chimica
  • 208 studi di Ricerca di Base (pre-clinica)
  • 106 studi di Ricerca Veterinaria
  • 123 studi osservazionali

Si tratta, quindi, di una base di evidenza scientifica ampia e significativa, i cui risultati depongono in larga parte a favore dell’omeopatia. Fra queste evidenze meritano di essere citate le metanalisi di Kleijnen et al. (1995), Boissel et al. (1996), Linde et al. (1997); Cucherat et al. (2000). Nel 2013 un ricercatore del Karolinska Institute, Robert Hahn, ha pubblicato una revisione delle meta-analisi sull’omeopatia, in cui afferma: «Nel 1997 Klaus Linde e collaboratori hanno identificato 89 studi clinici che hanno dimostrato una probabilità complessiva a favore dell’ omeopatia sopra il placebo di 2,45» Hahn conclude. «Gli studi clinici dei rimedi omeopatici dimostrano che sono nella maggior parte delle volte superiori al placebo. I ricercatori che sostengono la tesi opposta si basano su un sistematico annullamento di studi, sull’adottare dati virtuali, o su metodi statistici inappropriati». In un’altra recente revisione (Fixen 2018) su 9 RCT e 8 studi osservazionali sul trattamento omeopatico delle infezioni delle alte vie respiratorie, l’omeopatia è risultata equivalente al trattamento convenzionale ma con minori effetti avversi, con una potenziale riduzione del fenomeno delle antibioticoresistenza, definita dall’OMS una grave minaccia alla salute globale dei cittadini. Alcuni studi hanno evidenziato che le medicine complementari, compresa l’omeopatia, consentono di realizzare risparmi significativi della spesa sanitaria (Van Wassenhoven 2004, Smallwood 2005, Kooreman 2012, Viksveen 2013, Colas A 2015).

Il programma francese di ricerca EPI3 (825 ambulatori di medicina generale, 8.559 pazienti) ha valutato i risultati dei trattamenti omeopatici o allopatici su tre tipologie di disturbi: infezioni del tratto respiratorio superiore, dolori muscolo-scheletrici e disturbi del sonno, ansia e depressione. Confrontando i risultati ottenuti, l’omeopatia ha dimostrato efficacia clinica paragonabile alla medicina convenzionale, ma con riduzione nell’uso dei farmaci e degli eventi avversi da farmaci e con potenziale diminuzione dei costi per il sistema sanitario. In particolare, nel gruppo di pazienti con infezioni delle vie respiratorie (N: 518), il miglioramento è del tutto simile, ma i pazienti trattati con omeopatia hanno ridotto del 57% il consumo di antibiotici. Per i dolori muscoloscheletrici (N: 1.153), a parità di risultati terapeutici, i pazienti trattati con omeopatia hanno dimezzato il consumo di antinfiammatori (-46%) e ridotto di due terzi quello di analgesici (-67%). Risultati analoghi per il gruppo di pazienti con disturbi del sonno, ansia e depressione (N: 710), dove a fronte di un miglioramento clinico analogo, con il trattamento omeopatico il consumo di benzodiazepine è calato del 71%.

Spesso viene affermato che non vi sono studi replicativi in omeopatia. Occorre notare che i finanziamenti sono enormemente inferiori che per la medicina convenzionale; ma nonostante ciò, con l’aumentare degli studi, si stanno moltiplicando gli studi con risultati positivi ripetuti, ad esempio:

  • depressione (Adler UC 2011; del Carmen Macías-Cortés 2013; del Carmen Macías-Cortés 2015; Viksveen P 2014; Viksveen P 2017; Viksveen P 2018
  • diarrea infantile (Jacobs J 1994; 2000; 2003;)
  • fibromialgia (Fisher P, 1989; Bell IR, 2004; Relton C, 2009; )
  • infezioni delle vie aeree superiori (Bellavite P, 2006; Bornhöft G, 2006);
  • insonnia (Bell IR 2010; Brooks AJ 2010; Carlini EA,1987; Naudé DF 2010)
  • radiodermite (Balzarini A 2000; Schlappack O 2004);
  • raffreddore comune (Maiwald VL, 1988; Michalsen A 2015; Jacobs J 2016)
  • rinite allergica stagionale (Reilly DT, 1986; Wiesenauer M, 1985; Wiesenauer M, 1990 ; Wiesenauer M, 1997; Weiser M, 1999; Aabel 2000; Kim LS, 2005 ; Taylor MA, 2006)
  • sequele e problemi post-operatori (inclusa Arnica) (Brinkhaus B 2006; Robertson A 2007; Totonchi A 2007; Karow J-H 2008; Sorrentino et al 2017)
  • vertigini (Weiser M 1998; Schneider B 2005; Issing W 2005)

 

AMIOT, Associazione Medica Italiana di Omotossicologia

FIAMO, Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

LUIMO, Associazione per la Libera Università Internazionale di Medicina Omeopatica

SIMA, Società Italiana di Medicina Antroposofica

SIMO, Società Italiana Medicina Omeopatica

SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata

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