di Daniela Salvucci

La “similitudine” in Omeopatia

Cura dell'anima e del corpo nei racconti di una paziente

È la carica umana dell’autrice che attira il lettore, lo avvolge e lo rende partecipe nella narrazione. La semplicità del linguaggio è la chiave di lettura o meglio ancora di ascolto che sorprende ad ogni pagina perché Daniela ha saputo rendere l’Omeopatia fruibile, intelleggibile, riuscendo addirittura a travalicare i modelli strettamente ortodossi della scienza medica.
«Scrivere ciò che si vive è desiderio di “comunicazione”. Ne La similitudine, cura dell’anima e del corpo c’è tutto il vissuto di una paziente che ha scelto di curarsi con la Medicina Omeopatica. “Il messaggio” contenuto in questo libro non è legato al voler spiegare cosa sia questa medicina o quali siano i suoi principi, ma come il termine omeopatia possa aprire all’ascolto della vita e quindi cambiarne la forma rinunciando a “sopra-vivere”. Vivere è assaporare il dono della vita e trasformarlo in ricerca dell’essere eterno e non un diritto assoluto fine a se stesso». Con queste parole Daniela Salvucci spiega il motivo che l’ha spinta a scrivere di Omeopatia, “semplificando” e trasmettendo le motivazioni umane di una scelta terapeutica osteggiata dalla scienza medica, smontando le critiche accademiche senza alcuna polemica di parte e utilizzando semplicemente l’intuito e… il vocabolario per cercare di capire il vero significato delle parole e dei concetti che a volte sembrano astratti.

Fonte: Daniela Salvucci, Delegata APO Marche