Autorità, Colleghe e Colleghi,
desidero spendere parte del tempo che ho a disposizione in ringraziamenti, poiché mi corre l’obbligo di ringraziare gli organizzatori di questo incontro. Desidero perciò ringraziare il Presidente della Commissione Sanità della Regione Toscana e Responsabile del Programma nazionale dei Verdi Fabio Roggiolani. Negli ultimi due anni gran parte di quanto è stato fatto  in Toscana per proteggere le medicine complementari lo dobbiamo a lui. A lui dobbiamo la Legge toscana ed è grazie al suo adoperarsi che il Consiglio regionale toscano ha approvato una legge all’unanimità. La Legge toscana dunque  è una Legge di destra e di sinistra. Così noi vorremmo che fosse la Legge nazionale: di tutte le forze politiche e di tutti i cittadini italiani.
Desidero ringraziare la Federazione Nazionale dei Verdi per la sensibilità che ha dimostrato nell’accogliere la nostra richiesta, formulata insieme all’Associazione Pazienti Omeopatici, di fare qualcosa di importante, della quale potesse restare traccia, per sollecitare la discussione in Parlamento di una Legge che tuteli la scelte di salute di un quarto dei cittadini italiani. Rammento ancora, vivamente, un altro incontro che facemmo a Palazzo Marini nel gennaio 2006 organizzato dai Verdi nazionali. In quella occasione il Ministro Pecoraro Scanio ci sollecitò ad adoperarci per far valere i diritti dei cittadini che si curano anche con le medicine complementari e i diritti dei medici esperti in tali medicine. Ci assicurò anche l’impegno della Federazione. Ed è proprio in virtù dell’impegno che il Ministro Pecoraro Scanio assunse davanti a noi che APO Italia e SIOMI hanno chiesto aiuto alla Federazione dei Verdi. La risposta alla nostra richiesta è stata sollecita, fattiva, efficace. Per questo noi oggi siamo qua. Grazie.
Sono medico convenzionale, innamorata della medicina classica  da 26 anni e sono medico omeopata innamorata dell’ Omeopatia da 22. Non mi stancherò mai di ripetere che la medicina è una soltanto e neanche mi stancherò di oppormi con fermezza ad una interpretazione deviante dell’Omeopatia nel caso la si volesse considerare una medicina “non convenzionale” e in alternativa alla medicina accademica. La medicina omeopatica è un metodo diagnostico e terapeutico che arricchisce la biomedicina occidentale, arricchisce noi medici di strumenti di cura. Arricchisce i cittadini di possibilità terapeutiche. La medicina del futuro non potrà che essere la Medicina Integrata, ovvero una armoniosa e sinergica coesione di più discipline mediche, praticate secondo lo spirito dell’alleanza terapeutica, rifuggendo da ogni pregiudizio, preconcetto e da ogni inutile rivalità.
Condivido pienamente la richiesta della Presidente APO Italia Martorano e, certa di interpretare il parere  unanime del Consiglio Direttivo della SIOMI, aderisco fin da subito al progetto di un Coordinamento nazionale per promuovere l’approvazione di una Legge per le medicine complementari, mettendo a disposizione dell’eventuale nascente Coordinamento tutte le risorse umane e tecniche che la SIOMI può offrire.
Vorrei ora presentarVi alcune immagini a dimostrazione che il processo di integrazione delle medicine complementari nei servi sanitari è oramai una realtà in tutto il mondo.
La prima immagine si riferisce all’ospedale pediatrico di Boston (Boston Children’s Hospital), dove dal 1998 convivono la biomedicina occidentale e alcune medicine complementari. L’Ospedale di Boston, in Massachusetts, è un centro di insegnamento della prestigiosa Università di medicina Harvard School. In questa Università si insegnano ai medici anche le medicine complementari. Oramai in America le Università di  ben 36 stati federali si sono riunite in un “Consortium” per la Medicina Integrata e hanno definito le Linee Guida dell’insegnamento delle medicine complementari all’Università. Nel loro documento le Università affermano che la Medicina Integrata è semplicemente la medicina del futuro.
La seconda immagine  è Il Royal London Homeopathic Hospital. In questo Ospedale, alla fine dell’800, durante una terribile epidemia di colera che colpì Londra, la mortalità fu del 16% mentre nel resto degli Ospedali della città superò il 40%. La differenza era che in questo ospedale si curava il colera con l’omeopatia. L’Omeopatia è un’arma eccellente, non certo per le patologie minori, ma soprattutto per le temibili malattie croniche, che sono, oggi, un  nuovo flagello dell’umanità. L’omeopatia non è una panacea, essa ha dei limiti, ma un medico innamorato altrettanto della biomedicina occidentale e dell’omeopatia saprà quando utilizzare l’una e quando l’altra, come prevede la Medicina Integrata
La terza immagine che presento è l’ Ospedale di Pitigliano in provincia di Grosseto. Questo ospedale,  per volontà, straordinaria, della Regione Toscana, dell’Assessorato alla Salute, e, uno per tutti, ringrazio l’Assessore Enrico Rossi,  sarà il primo Ospedale in cui a fianco della biomedicina occidentale  verranno erogate anche le tre medicine complementari che in Toscana, grazie al lavoro di Fabio Roggiolani, sono divenute medicine ufficiali altrettanto.
Ringrazio le Autorità che sono qui oggi insieme a noi e affido alla loro sensibilità il progetto di Legge di regolamentazione delle medicine complementari. Una regolamentazione che, se queste sono le premesse, credo non sfugga che, oramai, è divenuta un’ovvietà.