Una risposta a chi non crede all'ormesi come ulteriore contributo di conoscenza del "fenomeno" omeopatia.

Gnosi omeopatica e apostasia dell’ormesi

Venerdì, 30 marzo 2007

Da molti anni curo me stessa e la mia famiglia con l’omeopatia convinta di essere paziente del mio medico omeopata. Scopro ora che potrei essere invece un’adepta. Sembra questa la naturale conseguenza delle affermazioni di Angelo Micozzi che tenta di demolire un impianto teorico di tipo scientifico con un dato di tipo dogmatico.

Se voglio porre un'obiezione seria, epistemologicamente sostenibile, non è un’argomentazione valida "il tradimento al fondatore", dato irrilevante perché è su un piano irrazionale,  affettivo se vogliamo anche storico. Ma se le domande che stanno alla base di una disciplina così complessa come l'epistemologia sono "come faccio a conoscere? con quali strumenti e percorsi posso conoscere?" si possono usare solo queste stesse domande anche se si vuole dimostrare "che i caposaldi della farmacologia Hahnemaniana sono veri".
In realtà chi rifiuta questo percorso, come sembra fare Micozzi, assume una posizione ontologica suscettibile di facili obiezioni, poiché rifiutando a priori la possibilità di ricerca sul funzionamento del farmaco omeopatico, pone l'omeopatia nella sua "datità". Dunque alla domanda sull'esistenza di un efficacia omeopatica la risposta è “si ed è un dato di fatto”. Questo è tecnicamente un atto di fede poiché dopo la domanda ontologica "esiste?" non posso porre quella epistemologica "come faccio a conoscere?". Micozzi propone dunque la “gnosi omeopatica” ovvero quella conoscenza superiore e salvifica, indiscutibile perché legata al divino e assolutamente non indagabile su un piano scientifico? Se così fosse sarebbe un problema serio, perché negare la legittimità della ricerca porrebbe l’omeopatia fuori dall’ambito medico per consacrarla a quello sacerdotale.
La medicina come arte pratica del render sano cammina con l’uomo e prendersi cura dell’uomo significa anche non abdicare mai all’esercizio del pensiero critico che ci consente di non restare incatenati ai dogmi. Per questo ritengo che l’implicita accusa di apostasia nei confronti dello scienziato che propone l’ormesi come spiegazione scientifica di un funzionamento, che non ha nessun fondamento logico non indagare, sia il riconoscimento dell’omeopatia medica e l’auto-ostracismo dell’omeopatia sacerdotale.
Altro fatto è che Micozzi consideri l'epistemologia una manfrina scientista parlando di apogei di 50 anni fa, di 'filosofi senza rispetto per la verità', e via discorrendo. Forse non ci siamo su cosa sia l'epistemologia. E' possibile che certi filosofi non abbiano ‘rispetto per la verità’ o semplicemente sanno che l'uomo può sempre cercarla ma solo uno stolto può dire di averla trovata. Al massimo un epistemologo può tormentarsi la mente e l'anima per cercare di capire se leggi di natura e leggi scientifiche siano la stessa cosa o no, e può riuscirci senza parlare mai di verità.

Maria Grazia Campus
Dottore in  Filosofia
Specialista in Epistemologia e in Bioetica

Fonte: Maria Grazia Campus