La medicina classica dei nostri tempi è figlia ‘felice’ del meccanicismo cartesiano, dei principi galileiani, delle proposte metodologiche enunciate da Karl Popper e della ‘convincente’ rassicurazione del suo ‘principio di falsificazione’. Così la scienza convenzionale accusa la medicina omeopatica di immobilismo, di incapacità di rinnovamento,e anche di essere, in una parola,“non scientifica”. La diatriba ‘scienza versus non scienza’ costringe le due comunità, i medici “classici” e i medici omeopati, a fronteggiarsi con polemiche sempre più sterili perché i contenuti finiscono per essere aggressivi, lesivi e mai propositivi. Ma c’è un aspetto della medicina omeopatica che la medicina classica, nonostante il suo pertinace rigore scientifico, guarda con molto interesse ed è la relazione medicopaziente. Questo passaggio che il medico classico, misinterpretando, intende come atteggiamento di maggior disponibilità, di migliore accoglienza, per il medico esperto in Omeopatia è ottenuto con l’ascolto attento delle parole del paziente, rappresenta una metodologia fondamentale per la scelta del rimedio ed è alla base della cosiddetta “alleanza terapeutica”. Per tali motivi è essenziale esaminarne i contenuti e definirne gli elementi di rilievo per una utile applicazione nella pratica clinica. Ecco perché il tema del prossimo Convegno Nazionale SIOMI:“L’Umanità in Medicina”. Sarà l’occasione più opportuna per indicare gli aspetti rilevanti di tipo filosofico, etico, clinico e metodologico, inerenti a tale problematica, estraendoli da un dibattito costruttivo tra relatori di medicina classica e relatori di medicina omeopatica. Il Convegno è rivolto, come i precedenti, a tutti i Medici, omeopati e non, ai Farmacisti, agli Psicologi, infine a tutti coloro desiderosi di arricchire le proprie conoscenze con contenuti interdisciplinari per dare una risposta coerente alla richiesta di salute dell’epoca storica che stiamo vivendo.