I commenti da parte della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata

Medicine complementari ‘bocciate’ dalla scienza,

Agopuntura e omeopatia tra le altre. Esperti: " "I loro calcoli sono sbagliati: usarle distoglie fondi dalla medicina strettamente basata sulla scienza"

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Il lavoro, pubblicato da Pandolfi e Carreras sull'European Journal of Internal Medicine, presenta delle incongruenze nelle affermazioni e nelle conclusioni.

  1. In generale è stato spesso indicato che la metodologia degli studi clinici in Medicina Complementare è debole, nel lavoro di Pandolfi viene affermato il contrario.
  2. Da parte della Medicina Convenzionale è stata sempre sollecitata l’applicazione, negli stuti clinici in Medicina Complementare (Omeopatia, Agopuntura, …), della metodologia di ricerca convenzionale: i primi lavori di Taylor e Reilly sulla efficacia di diluizioni omeopatiche di allergeni nella terapia delle allergie respiratorie furono contestati perché veniva valutato un punteggio soggettivo dei sintomi (Visual Analogic Score- VAS) sollecitando valutazioni di tipo strumentale, come avviene negli studi in Medicina Convenzionale. Pandolfi afferma che la metodologia convenzionale non è adatta. Per inciso oggi il VAS, e altri score di tipo soggettivo, stanno avendo una forte affermazione negli studi clinici in Medicina Convenzionale.
  3. Gli studi clinici non hanno lo scopo di dimostrare il meccanismo di azione ma la efficacia della terapia, quindi i commenti sui meccanismi di azione dell’omeopatia o dell’agopuntura sono fuori luogo, soprattutto indicano una conoscenza superficiale del problema, ignorando, ad esempio, i lavori recenti sulla modulazione dell’espressione genica di cellule prostatiche ottenuta con sostanze ultradiluite (A. Dei et al) oppure sull’azione di trazione sul tessuto sottocutaneo che gli aghi inseriti nella cute svolgono, liberando citochine ad azione antinfiammatoria (H. Langevin et al).
  4. Appare tautologico affermare che meno la ipotesi è credibile meno è dimostrabile la sua validità, sia perché, come già commentato, la dimostrazione di efficacia dell’Omeopatia o dell’Agopuntura prescinde dalla maggior o minor credibilità delle ipotesi sul loro meccanismo d’azione (i vaccini desensibilizzanti specifici per le allergie respiratorie sono stati utilizzati in Medicina Convenzionale per lungo tempo prima di dimostrare il loro meccanismo d’azione), sia perché corrisponderebbe ad affermare che le ricerca clinica, in generale, dovrebbe essere applicata al “ già verificato” e non al “ da verificare”, penalizzando la possibilità di allargare gli orizzonti della conoscenza in Medicina.

Vale altresì la pena di sottolineare i veri problemi da superare per lo svolgimento di una ricerca clinica di livello nell’ambito delle Medicine Complementari.

  • Difficoltà affinché venga svolta in strutture pubbliche, vista la eccezionalità della presenza di reparti o ambulatori in cui si utilizzano Medicine Complementari all’interno di strutture pubbliche, e gli studi clinici effettuati nel privato ottengono scarsa considerazione.
  • L’ostruzionismo pregiudiziale da parte dei Comitati Etici ad approvare l’effettuazione di studi clinici in Medicina Complementare all’interno di quelle rare strutture pubbliche che ospitano attività cliniche in tale ambito.
  • La frequente diffidenza da parte di Riviste Scientifiche di livello a pubblicare studi clinici in Medicina Complementare; l’autorevolezza degli studi pubblicati è anche legata al livello della Rivista in cui avviene la pubblicazione.

Fonte: Francesco Macrì