Firenze, 13 e 14 marzo 2010

Ripensare la cura si può

Si è svolto il V Convegno Triennale SIOMI

Si è svolto lo scorso fine settimana a Firenze il Convegno della SIOMI dedicato ad un argomento molto ambizioso: ripensare la Cura, ovvero ripensare la medicina secondo concetti più ampi frutto del confronto tra il paradigma della medicina convenzionale e delle medicine “altre”, tra lo schema terapeutico del farmaco anti-sintomo e i principi dell’autoguarigione, principio fondante della terapia omeopatica.All’apertura del Convegno più di 200 presenze in sala hanno fatto da cornice al saluto di benvenuto della presidente SIOMI Simonetta Bernardini che ha tracciato il progetto ambizioso che, con questo Convegno, SIOMI vuole promuovere. Un progetto che, a cominciare dal prendere atto del limite della medicina di oggi nella cura delle malattie croniche, vuole coagulare intorno alla Società menti aperte, sia convenzionali che non per ripensare tutti insieme la cura valorizzando le opportunità di un approccio interdisciplinare in medicina. I saluti portati da tutte le Istituzioni patrocinanti, in primis la regione Toscana rappresentata da Fabio Roggiolani, hanno portato parole non solo di apprezzamento ma anche di partecipazione e a momenti anche di iniziale condivisione del progetto. Con una iniziativa che ha rotto lo schema usuale dei convegni di medicina, il compito di aprire le sessioni scientifiche è stato dato ai pazienti rappresentati da Daniela Salvucci, vicepresidente APO Italia, che ha letto la lettera toccante di un malato alla medicina di oggi. APO Italia ha rivolto un appello affinché sia accettata dalla medicina l’idea vincente dell’integrazione delle risorse di cura. Di forte impatto le relazioni di apertura di Ivan Cavicchi che, in omaggio alla Società ha tracciato i contenuti del ripensare la cura, nell’ambito dell’inderogabile ripensamento della medicina confinata nell’”invarianza” di un sistema sanitario che rifiuta la complessità delle tematiche, non ultima l’opportunità dell’integrazione, definita dal Relatore come la “medicina di medicine”.

 

 

Su tutte le relazioni è rimasto il filo sottile e intenso dei contenuti umani ed etici sviluppati nella relazione di Alfredo Zuppiroli, presidente della Commissione regionale di Bioetica della Toscana che ha valorizzato le opportunità che nascono dal pensare ai limiti della medicina non in termini riduttivi ma propositivi e a pensare alle opportunità delle medicine complementari con un “atteggiamento laico di rispetto, non ‘contro’ ma ‘verso’ chi è altro da sé”. Il “Ripensare la Cura” dunque appare essere esercitazione urgente che non risparmia nessun protagonista del sistema salute in un’epoca che registra l’aumento esponenziale di malattie croniche non guaribili. Roberto Romizi, presidente di ISDE ha analizzato le problematiche dell’ambiente causa di malattie e Andrea Geraci dell’ISS ha esposto la situazione italiana in cui le malattie croniche sono in continua crescita e, con esse, le situazioni di disabilità. Emilio Minelli ha analizzato il pericolo di una medicina convenzionale che si rifiuta di considerare le scelte di medicina complementare dei cittadini. Ne deriva che medici impreparati, per lo più riluttanti ad informarsi sulle medicine complementari non sono in grado di soddisfare le richieste di informazione dei cittadini che si informano sui media e su internet e ha richiamato alla necessità di fornire agli utenti strumenti di informazione affidabili che siano gestiti da istituzioni competenti. Ad aprire la sessione dedicata alle risorse terapeutiche dell’omeopatia nella gestione delle malattie croniche due riflessioni che hanno tracciato il valore della complessità in medicina. Francesco Bottaccioli che ha offerto alla Platea la lettura psiconeuroendocrinoimmunologica della malattia oncologica e autoimmune e Massimo Saruggia che ha proposto l’importanza della ricerca attenta del valore del sintomo portatore di una verità che il paziente non vuole o non può sentire. Nelle sessioni specifiche dedicate all’integrazione dell’omeopatia nella cura delle malattie croniche le proposte terapeutiche sono state illustrate da omeopati esperti a cominciare dalla relazione di Stefania Graziosi e Gino Santini dedicata alle opportunità offerte dall’omeopatia nelle tiroiditi autoimmuni. Ennio Masciello ha proposto il parallelismo tra malattia infiammatoria cronica intestinale e il disequilibrio della flora microbica. Paolo Bellavite ha analizzato la complessità in medicina esponendo la sua teoria che vuole la malattia come perturbazione dinamica che supera le possibilità di adattamento dell’organismo. La sessione dedicata alla omeopatia integrata in oncologia ha visto alternarsi tre oncologi esperti in omeopatia: da Franco Desiderio, ambulatorio di oncologia dell’ospedale di Rimini, ha esposto la sua casistica di trattamenti omeopatici per i disturbi da chemioterapici. Alberto Laffranchi del Centro Tumori di Milano ha evidenziato il miglioramento delle nevriti da chemioterapici e la più rapida guarigione delle ferite chirurgiche con l’aiuto di medicinali omeopatici e omotossicologici e Jean Lionel Bagot che ha riportata un’ampia casistica iconografica sull’impiego efficace dei medicinali omeopatici nelle paziente affette da tumore al seno. Mentre Salvatore Bardaro ha riportato la sua lunga esperienza di gestione omeopatica efficace della malattia parodontale e Bruno Cipollone ha illustrato le opportunità di trattamento di patologie croniche di natura allergica degli animali altrimenti incurabili con la sola medicina convenzionale. Di grande spessore, infine, l’intervento di David Reilly, direttore del centro per le cure integrative dell’ospedale omeopatico di Glasgow che ha dimostrato come l’integrazione dell’omeopatia con tecniche in grado di sviluppare nel paziente consapevolezza della malattia e del potenziale di autoguarigione possano rappresentare una scommessa vincente anche nei confronti della sindrome della fatica cronica, una malattia oggi incurabile con la sola medicina convenzionale. Uno spazio del Convegno è stato dedicato all’esposizione del recente lavoro della FNOMCeO rivolto a definire e qualificare la formazione nelle medicine complementari. L’esposizione di Dario Chiriacò, presidente dell’Osservatorio per le medicine non convenzionali della Federazione, è stata completata con un commento di Giuseppe Del Barone che, nel suo ruolo di presidente FNOMCeO nel 2002, promosse il riconoscimento delle medicine complementari come atto medico.

 

 

Fonte: Ufficio Stampa SIOMI

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